Il Duomo o Chiesa Matrice

Il Duomo o Chiesa Matrice

La chiesa matrice o anche chiesa di Santa Maria d’Ognissanti, meglio conosciuta come Duomo, è menzionata per la prima volta nel 1094 ed è descritta come Ecclesiam Episcopi, perché sede, probabilmente, di una cattedra vescovile.

Eretta nel 300 e rifatta, quasi del tutto, in stile barocco, nel 700. Il portale di cui si disconosce l’autore, è in pietra calcarea, a forma ogivale, di una leggerezza lieve e armoniosa, composta da un fascio di colonne trigeminate che si ricongiungono in alto. Le tre fasce di colonne costituiscono un probabile richiamo alla simbologia ternaria che nel cristianesimo ha il perfezionamento nella trinità divina.

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La storia

L’attività di scavi archeologici, connessa alle operazioni di restauro, ha avvalorato tutte quelle ipotesi storiche che ruotavano intorno al Duomo. È, infatti, opinione diffusa, che i piedi, murati nella facciata della chiesa, appartenessero ad una statua e che questa costituisse <<l’idolo abbattuto dei primi cristiani>>. Questo e la tradizione orale, porta a supporre, che sul sito della chiesa, in epoca romana, esistesse, un ara pagana o un mausoleo. Ci troveremmo in un tempio pagano inglobato nella struttura della primitiva chiesa della quale sono riaffiorate alcune tracce significative come un capitello di stile ionico e un pezzo di colonna rudentata. Quindi si avrebbe un tempio pagano trasformato in un edificio di culto cristiano.

La scoperta poi di uno stretto cunicolo, quasi una galleria sotterranea, che dal piano superiore della chiesa conduce ad un punto ancora indefinito, conferisce al luogo un ulteriore alone di mistero, così come il ritrovamento di affreschi al di sotto del piano pavimentale: si tratta di alcuni cicli pittorici che accrescono la peculiarità dell’edificio religioso in quanto esempio raro, in Calabria, di chiesa interamente affrescata e dove i temi iconografici, pur se riferiti al XIV e XVI secolo, risentono dell’influenza bizantina.

La chiesa, situata nel cuore del cento storico di Stilo, ospitava un busto-reliquiario ligneo di San Vito, un crocefisso del 700, l’altare del SS. Sacramento con intarsi in marmi policroni e la grande pala d’altare raffigurante la Madonna col Bambino e Santi, opera di Giovan Battista Caracciolo, detto il Battistello. L’opera, che momentaneamente si trova nella chiesa di San Giovanni Theresti, farà ritorno nella sua casa naturale al termine del restauro che da parecchi anni interessa la chiesa.

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