Monasterace

Monasterce

La parola Monasterace si pensa che derivi da Monasteraki, che in greco vuol dire “piccolo monastero”.
certi, infatti, dell’esistenza di un piccolo monastero bizantino già nel VI secolo d.C. di cui ancora si possono
osservare i ruderi e chiamato ancora oggi Monastero di “San Marco”. Questo è stato costruito in piena area
archeologica che rimanda all’antica colonia magno-greca di Kaulon.
Monasterace si divide in due frazioni: superiore e marina. Monasterace superiore è un piccolo borgo
medievale in posizione panoramica e a soli 3 km dalla costa ionica meridionale. Monasterace marina è un
moderno centro a vocazione turistica, offre possibilità di vacanze al mare ed escursioni nell’entroterra con
valli e monti ad appena 15 minuti di viaggio.

Kaulon – Gli scavi archeologici

Il Parco Archeologico dell’antica Kaulon si estende su una fascia parallela alla linea di costa, a pochi km
dalla spiaggia, e comprende un ampio settore dell’abitato antico e l’area sacra del tempio dorico. L’area degli
scavi è accessibile attraverso il sottopasso della SS Jonica 106 in prossimità del Museo e il sottopassaggio
della linea ferroviaria.

Un percorso basso, parallelo alla linea di costa, che ricalca l’andamento di uno degli assi viari principali di
Kaulonia (plateia S2), permette di prendere visione dei resti dell’abitato con il suo impianto regolare e le sue
case, conservate a livello delle fondazioni dei muri; tra queste, se ne segnala una in corso di scavo di
dimensioni maggiori delle altre e con rifiniture (intonaci parietali) di un certo pregio.
Il tratto terminale del percorso sfocia nell’area sacra del tempio dorico, con il basamento del tempio stesso e
dell’altare, la gradinata ed altre strutture di carattere sacro.
Ritornando indietro, una stradella alta conduce ad una delle case più lussuose dell’antica Kaulonia, la Casa
del Drago, dal nome del mostro marino raffigurato nel mosaico che decorava uno dei pavimenti.

Il Museo Archeologico

Il Museo dell’antica Kaulon presenta un’esposizione di reperti rinvenuti nelle campagne di scavo effettuate
da Orsi all’inizio del ’900 e in quelle più recenti avviate dagli anni ’80 nell’abitato (ceramica e monete incuse
in argento) e nelle aree sacre (elementi architettonici in pietra e in terracotta).
La particolarità e l’interesse dell’esposizione consiste nella presentazione di varie ambientazioni relative alle
aree sacre, alla vita quotidiana che si svolgeva nelle case e alle varie lavorazioni artigianali (quella
dell’argilla e dei metalli).

Una sezione è dedicata ai reperti subacquei, frutto delle prospezioni effettuate in collaborazione con
l’Associazione Kodros, diretta da S. Mariottini, sul tratto di mare prospiciente l’antica Kaulon: si tratta di
elementi architettonici di gran pregio, rinvenuti in un’area in antico emersa ove si lavorava la pietra o si stava
erigendo un tempio ionico. Dai fondali provengono altri reperti che attestano la presenza di punti di approdo
con opere artificiali.

IL CASTELLO E IL BORGO

Monasterace è un borgo di epoca medioevale; si pensi che il suo nome deriva da un termine greco, che
tradotto vuol dire “piccolo monastero”. La mitologia e la leggenda rimandano le sue origini addirittura al VII –
VIII secolo a.C., tuttavia Monasterace Superiore si popolò quando la gente dalle zone di mare, a causa di
una epidemia di malaria diffusasi dopo la distruzione di Kaulon ad opera dei saraceni, iniziò a creare villaggi
sulle alture.

A piano a piano accrebbe la necessità di ergere mura di cinta e di edificare il castello per difendere la
popolazione dagli attacchi bizantini.
La realizzazione della fortezza medioevale risale all’XI Secolo. Essa reca una struttura quadrangolare in
legno e pietra, con quattro torri ai lati, un ampio cortile interno, contenente una cisterna volta a raccogliere
l’acqua piovana, e un ponte levatoio, attorno a cui è sorto il borgo di Monasterace Superiore.
Della primitiva costruzione del Castello rimangono solo il ponte d’accesso in pietra e qualche tratto delle
mura di cinta, poiché esso subì molte modifiche a partire dal 1464, anno in cui i Cavalieri lasciarono
Monasterace. Fu, infatti, fino a quell’anno che la fortezza rimase nelle mani dei principi Caracciolo.

Il borgo può essere raggiunto da tre porte: quella situata ad Est, cioè la Porta Marina, la principale; quella di
Sud, meglio conservata; infine, vi è la porta più moderna, detta “tripu”.

Il Faro di Punta Stilo

Nel tratto del promontorio di Punta Stilo, si erge l’omonimo faro, una torre a base ottagonale con strisce
bianche e nere, edificio a un piano, costruzione forse dedicata a Zeus, tra i resti delle case e del tempio di
quella che era l’antica colonia greca di Kaulon. Il faro è parte integrante di quella mitica e importante
colonia e a testimonianza di questa sua caratteristica vi sono i blocchi calcarei, i reperti e le terrecotte.
Esso fu messo in funzione, per la prima volta, nel 1895, attraversando poi due guerre mondiali, nelle quali
esso fu utilizzato come strategica stazione militare; basti pensare alla storica battaglia di Punta Stilo del
1940, che vide le navi della Royal Navy britannica e della Royal Navy Australian contro la Regia Marina
italiana.